Numero unico aziendale riservato a chi ha avuto contatti con casi accertati o è tornato dalle zone a rischio negli ultimi 14 giorni (vedi comunicato precedente). Una nuova ordinanza regionale (che integra quella di ieri), che prevede all’ingresso dei pronto soccorso percorsi dedicati per i pazienti che manifestano febbre, tosse o sintomi respiratori. Un appello ai cittadini a limitare quanto più possibile l’accesso alle strutture sanitarie. Un incremento della sanificazione delle strutture sanitarie, soprattutto dei luoghi più affollati. Le misure sono state illustrate oggi pomeriggio, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta a conclusione della riunione di stamani in Palazzo Strozzi Sacrati tra il presidente Enrico Rossi, l’assessore al diritto alla salute S tefania Saccardi, i direttori generali delle aziende sanitarie toscane e una parte della task force regionale.
Alla conferenza stampa erano presenti il presidente Enrico Rossi, l’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi, il dottor Mauro Ruggeri, rappresentante dei medici di medicina generale nella task force regionale, il dottor Simone Magazzini, responsabile del pronto soccorso dell’ospedale di Prato, la dottoressa Grazia Luchini, direttore sanitario della Aou Pisana, il dottor Gian Maria Rossolini, responsabile del laboratorio di virologia e microbiologia di Careggi.
Il presidente Rossi ha voluto aprire la conferenza stampa con un appello ai giornalisti: “La sanità toscana è in grado di reagire all’emergenza. Non stiamo nascondendo nulla, i casi emersi finora sono risultati negativi. Se dovesse emergere un caso positivo, lo renderemo noto. Stiamo cercando di mettere in atto misure proporzionate ed eventualmente progressive. Ci fidiamo degli organi dello Stato: Istituto superiore di sanità, Protezione civile, Ministero della salute. Fin qui abbiamo fatto tutto quello che potevamo, applicando al meglio le direttive del Ministero. Se dovesse verificarsi un caso, adotteremo le misure indicate dal Ministero”.
A proposito dei numeri di telefono, Rossi ha ricordato che sono uno per ogni Asl (vedi comunicato precedente), ma sono riservati a chi ha avuto contatti con persone risultate positive al virus, e a coloro rientrati dalle aree a rischio negli ultimi 14 giorni. In base alle ordinanze ministeriale e regionale, se queste persone non chiamano commettono reato. In seguito alla chiamata, la Asl può fare sorveglianza attiva. “Questi numeri – ha chiarito Rossi – devono essere riservati alle persone previste dall’ordinanza. Se queste chiamano, devono poter trovare libero. Le linee non possono essere intasate da persone che chiamano per avere semplici informazioni: per questo c’è il numero verde regionale (800.556060, opzione 1, attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle or e 15)”.
“Ci dicono – fa sapere l’assessore Saccardi dopo la conferenza stampa- che in molti stanno chiamando i numeri delle aziende, che in queste ore risultano già intasati. Prenderemo tutti i nomi di chi chiama, e valuteremo l’eventualità di un esposto alla Procura della Repubblica, per uso improprio e interruzione di pubblico servizio”.
L’appello ai cittadini. “Allo scopo di tutelare al meglio la salute dei cittadini e di tutte le persone presenti in Toscana – ha detto il presidente Rossi – raccomandiamo a coloro che manifestano sintomi come febbre, tosse, sintomi influenzali e di malattie respiratorie acute, di limitare per quanto possibile le visite ai degenti nelle strutture ospedaliere e in genere l’accesso ai centri sanitari affollati come pronto soccorso, ambulatori specialistici e di medicina generale; quando ciò non rappresenti un pregiudizio alla cura. In ogni caso prima di recarsi in tali luoghi si consiglia il consulto telefonico con il proprio medico di riferimento”.
Percorsi dedicati nei pronto soccorso. Simone Magazzini: “Ai pronto soccorso abbiamo elaborato percorsi specifici che cercano di limitare ogni forma di promiscuità con utenti a sospetto di contagio. Per chi si autopresenta abbiamo costruito il percorso specifico e aggiunto una serie di quesiti dettati da precisi criteri epidemiologici per formulare le domande di accettazione. Se le risposte alle domande formulate al momento dell’accettazione sono affermative, il paziente sarà avviato a un percorso particolare. Chi non risponde in maniera affermativa, ma comunque presenta sintomi sospetti, sarà munito di mascherina e disinfettanti”.
Sanificazione delle strutture sanitarie. Grazia Luchini: “Abbiamo predisposto di implementare le misure di sanificazione degli ambienti qualora si verificassero casi positivi, individuando procedure specifiche e tempestive per mantenere le superfici interessate da eventuali contatti le più sanificate possibili, a tutela degli operatori sanitari e di chiunque altro. Abbiamo predisposto appositi protocolli e non lasciato nulla al caso”.
I medici di medicina generale. Mauro Ruggeri: “La medicina generale è stata coinvolta da subito. La nostra collaborazione c’è e ci sarà per lavorare al meglio tutti quanti insieme e per evitare che vengano usate in maniera impropria i servizi messi a disposizione. Non sappiamo cosa potrà accadere in futuro, potremmo trovarci ancora più impegnati sul territorio e, quindi, nella necessità di disporre di strumenti adeguati di protezione e di ricorrere a consulenze per casi specifici. La task force ci consente di fare rete e di predisporre le giuste misure preventive e di eventuale intervento”.
I test di laboratorio. Gian Maria Rossolini: “La Toscana ha cominciato a fare test diagnostici già da inizio febbraio. Al momento ci sono tre laboratori specialistici legati alle tre Università: Firenze, Pisa e Siena. Sono laboratori in rete e quindi collegati, che comunicano in tempo reale tra loro. Qualora ci si trovasse di fronte a un caso di positività, mandiamo il campione all’Istituto Superiore di Sanità per ottenere la conferma diagnostica”.
Il punto sui numeri dei cittadini cinesi di ritorno dalla Cina. Rossi ha voluto anche fare chiarezza sui numeri. “Il console cinese ci aveva detto che 2.500 cittadini cinesi erano partiti dalla Toscana per andare a festeggiare il Capodanno cinese. Ci risulta che circa 1.500 siano tornati e sono sotto sorveglianza. Ci risulta anche che la Cina abbia bloccato i voli. Lunedì ci aggiorneremo con il console cinese”.